Simposio – Vela Latina: Quale futuro?

 

Porto Torres 2 Gennaio 2015 ore 10.45

sono presenti: Andrea Fiori Presidente Assovela Porto Torres

Nicoletta Marsella Vice Presidente Assovela Porto Torres;

Salvatore Scopelliti del C.N. Calasetta;

Lorenzo Dongu dell’Associazione Nazionale Velieri in Vela Latina di La Maddalena;

Marcello Schirru in rappresentanza dell’Associazione Italiana Vela Latina;

Massimiliano Zucchi Presidente LNI Castelsardo;

Marco Santandrea Presidente del N.C. Sottovento Stintino;

Paolo Parodi Assovela Porto Torres

Cicito Sechi LNI Castelsardo;

Walter Consoli LN Castelsardo;

Eugenio Denegri  NC Sottovento Stintino;

Lorenzo Nuvoli Segretario Assovela Porto Torres;

Gavino Simile Circolo la Prana P.Torres;

Antonello Marras Rappresentante della Compagnia delle Vele Latine di La Spezia;

Alberto Cossu NC Sottovento Stintino;

Antioco Noli LNI Castelsardo;

Paolo Zucchi LN Castelsardo;

Mirco Coghene Sardinia Rancing;

Lorenzo Nuvoli Sardinia Rancing; Pietrino Fois della marineria Algherese;

Alessandro Balzani Nord Ovest Sailing Team Alghero.

In videoconferenza

Cecconi, Ramagnino e Dodero da Varazze. E’inoltre presente un pubblico interessato di armatori di Porto Torres. Dopo i saluti di rito da parte del Presidente di Assovela Andrea Fiori, iniziano i lavori con l’introduzione del segretario di Assovela, Lorenzo Nuvoli: Se tutti noi ci troviamo qui, senza le barche,vuol dire che è successo qualcosa di veramente grave e l’abbiamo capito, finalmente! Sembra come quelle lettere che i soldati mandano dal fronte:

Cara mamma se leggi questa lettera vuol dire che sono morto!. Non siamo a questi livelli ma la notevole partecipazione da ogni parte della Sardegna è un segnale importante:

Non si può far morire la vela latina! Devo ribadire il concetto della nella quale, se ognuno non mette da parte la propria presunzione si rischia concretamente di chiudere baracca e burattini. Vogliamo veramente questo? Credo proprio di no, e per questo che siamo riuniti qui! Ognuno di noi ha una responsabilità nei confronti della Vela Latina a vari livelli  partire da chi organizza regate o dirige associazioni, dall’armatore al membro dell’equipaggio. Chi di voi si assume la responsabilità di cancellare la Vela Latina.? Chi invece si assume l’onere di tenerla in vita? Non possiamo cancellare la storia, il nostro passato, l’eredità lasciataci dai nostri padri che dobbiamo trasmettere ai nostri figli. Quello di oggi è un primo incontro che serve unicamente a comprendere i problemi e cercare le soluzioni.

Proposte di Lorenzo Nuvoli:

Credo che non si possa prescindere dalla divisione netta tra barche da regata e barche tradizionali, troppo diversi sono gli approcci delle due anime della vela latina. E’vero che l’evoluzione non si può e non si deve fermare, altrimenti saremo ancora all’età della pietra, tuttavia dobbiamo preservare la tradizione e la cultura marinara che è giunta fino a noi. Fare le regate dove ci sono le barche, diminuendone il numero creando un calendario che tenga conto delle varie associazioni, ricordando che la regata è Il mezzo per raggiungere lo scopo e non il fine ultimo; Adeguare le regole alle barche e non le barche alle regole. Regole semplici come semplice e la Vela Latina. Per abbattere i costi ad esempio nei trasporti, si potrebbero invitare equipaggi di altre marinerie che regaterebbero sulle barche locali.

Interviene Marcello Schirru: Alla base del problema non è tanto una questione di regolamenti o di formule ma la crisi economica che da parecchi anni ci attanaglia ha colpito anche la vela latina. E’necessario ottimizzare i costi, sono d’accordo  con Lorenzo di organizzare le regate

dove ci sono le barche ma è necessario strutturare, anche con l’ausilio della rete, gli equipaggi e la loro partecipazione, non tutti gli armatori darebbero la propria barca ad un equipaggio sconosciuto, per cui dobbiamo lavorare su questo punto. Sono anche d’accordo per separare le regate dalle veleggiate o passeggiate per i club, la FIV in tal senso è permissiva. E’fondamentale trovare punti di contatto per varare un regolamento unitario.

Interviene Alessandro Balzani:

Dobbiamo di nuovo andare in mare tutti insieme, sono d’accordo in una semplificazione dei regolamenti affinché le barche siano standardizzate tenendo tuttavia presente che ogni marineria ha una sua specificità.  C’è stato un tentativo, con Palma di Maiorca,  per internazionalizzare la vela latina. Anch’io propendo per le due classi Tradizione e Regata, e per avere un unico regolamento per tutti e non dover modificare la barca a seconda della regata che si fa. Prevedere anche eventi collaterali a margine delle regate.

Interviene Andrea Fiori:

Per dare vigore e nuovo slancio sarebbe opportuno prevedere attività collaterali che  avvicinino di più le marinerie come ad esempio la regata del pescatore o regata di regolarità. 

Interviene Salvatore Scopelliti:

Abbiamo difficoltà, anche di natura economica, per organizzare le regate in quanto la capitaneria applica una legge regionale che prevede i canoni demaniali per l’occupazione di spazi acquei. Lo stiamo superando chiedendo un'unica concessione per tutte le regate in programma per un determinato periodo.

 Interviene Roberto Cecconi collegato via telematica:

Anche in Liguria hanno lo stesso problema burocratico anzi la capitaneria ti assegna lo specchio acqueo dove fare la regata.

Interviene Salvatore Scopelliti:

Dovremo avvantaggiare i raduni come formule innovative da preferire alle regate competitive. I costi sono diventati insostenibili, trasportare la barca è troppo oneroso, è meglio far muovere gli equipaggi, io stesso vado spesso in trasferta regato su altre barche. Anche mettere in perfetta regola un equipaggio costa circa 250 euro a testa, uno sproposito. 

Interviene Alessandro Balzani:

Lancio una provocazione, usciamo dalla FIV, non abbiamo nulla in cambio e siamo considerati una classe inferiore, i giudici che fornisce sono incompetenti e il regolamento ISAF non è assolutamente applicabile alla vela latina. Il costo dei giudici è troppo alto.

Riguardo le tessere FIV, si possono superare se la regata è assicurata da una compagnia

come manifestazione sportiva globale includendo giudici, boisti e atleti. La FIV ha minacciato gli atleti che partecipano a regate non FIV.

Interviene Lorenzo Nuvoli:

Riguardo le tessere, se queste servono, come sostiene la FIV, per l’assicurazione dell’atleta perché non accettare quelle di altri Enti di promozione che per corrono lo stesso fine?

Ho fatto questa proposta in altre sedi ma non è stata mai accettata.

Ad esempio la FIV ha mai sostenuto economicamente l’organizzazione di una regata?

Esiste un’atleta che abbia avuto un rimborso per infortunio? Non credo! La FIV è una macchina mangia soldi perché  ti impone alcuni standard, in riferimento alla sede, non sempre raggiungibili da piccole associazioni, ti impone tessere, ti impone i giudici, ti impone il settore giovanile, ti impone l’organizzazione di un tot di regate all’anno e non ultimo si sono visti dei ricatti belli e buoni; vedi la lettera del presidente della III Zona! E poi le regate con giudici FIV hanno i campi a tre quattro miglia da terra, impedendo a chiunque di vederla da terra, vorremmo che accadesse l’opposto, le barche più vicino alla costa perché sono uno spettacolo unico da vedere. Dovremo pensare a creare noi i nostri giudici, gente che ha fatto le regate di vela latina e ne conosce i problemi, non giudici FIV che non conoscono i problemi e si affidano al regolamento e con tutta probabilità hanno alle spalle una carriera fallimentare come velisti. 

Interviene Marcello Schirru:

Ci sono troppi tecnicismi che rendono complicato il regolamento, dovremo limitarli così come il numero delle regate. Noi abbiamo deciso di fare solo due Regate, Il Campionato Nazionale a Stintino, dove ci sono le barche, e il Campionato Zonale. Sono d’accordo con gli eventi collaterali che possono stringere nuove amicizie e favorire molte presenze.

Sufficiente una sola Tessera FIV per barca nelle veleggiate altrimenti è troppo oneroso. 

Interviene Valerio Simile (giovane regatante)

Il problema è anche di carattere anagrafico, l’età media è in rialzo ed è necessario attivarsi per avvicinare giovani anche se sappiamo che è difficile, c’è una mancanza di processo formativo, dobbiamo impegnarci di più.

Ci sono stati interventi di Balzani e Nuvoli sull’uso del palo in poppa da quali sono emerse specificità che andrebbero approfondite per dare il giusto risalto alla manovra. Bisognerebbe scoraggiare fortemente quello che non è tradizionale ed è copiato da altri armi.

Interviene  Eleonora Pintus (giovane regatante):

Ho avuto da  poco esperienza di regata sulla vela latina, e già dalla prima uscita mi ha affascinato. Non riesco a capire come mai pochissimi giovani si avvicinano, probabilmente c’è un problema di rapporto con le nuove generazioni,

dovreste organizzare eventi e corsi destinati alle scuole come si faceva qualche tempo fa. Interviene Salvatore Scopelliti:

Nonostante faccio corsi gratuiti per le scuole, sono pochissimi i giovani che continuano, una percentuale bassissima.    

Interviene Nicoletta Marsella:

Non sempre è colpa dei giovani, in taluni casi gli educatori, siano essi maestri o dirigenti scolastici, ostacolano o non accettano i progetti presentati. Noi abbiamo avuto esperienze del genere.

Interviene Pietrino Fois:

Sono particolarmente felice di questo incontro che apre                                

uno spiraglio contro la crisi della vela latina, alcuni aneddoti del passato mi hanno dato emozioni ricordando quando ho iniziato ad andare con la vela latina. Ho imparato a Porto Torres, con i fratelli Nuvoli, quando ad Alghero nessuno aveva ancora ripristinato il vecchio armo . Quando ho comprato e riarmato Liberata ero convinto di essere al massimo livello, ma poi mi sono accorto che gli altri evolvevano

Sempre di più. Sono d’accordo per le due categorie per permettere a equipaggi familiari di ritornare a veleggiare senza troppe pressioni e costi eccessivi, andare in mare con naturalezza. Avere la libertà di scegliere con quale classe regatare.

Interviene Roberto  Cecconi via internet.:

E’stato modificato il regolamento UNIVET e sono stati letti alcuni passaggi. Si fa riferimento alla Barcolana e regate semplici, si prende in considerazione la lunghezza al galleggiamento ed è rimasto invariato il piano velico. Modifiche riguardo il numero dei componenti di equipaggio. Problemi per le barche liguri che non hanno motore. Libertà di creare classi agli organizzatori in funzione delle tipologie presenti. Rimarca la non enfatizzazione agonistica e mette in evidenza glia spetti culturali. Chiude il collegamento Ramagnini che ringrazia e invita ad andare avanti con la collaborazione riguardo i l regolamento modificato UNIVET è stato inviato da Cecconi a Nuvoli che l’ha stampato ed esibito durante i lavori.

I lavori si chiudono

Con i saluti del presidente dell’Assovela alle ore12.50.

Conclusioni:

I punti di contatto per tutte le marinerie sono:

- netta suddivisione in due classi, una Regata e una Tradizione;          

- meno tecnicismo nei regolamenti;

- diminuzione dei costi per tessere  e spostamenti.           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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